mercoledì 19 settembre 2007

Benvenuti a tutti gli internet.nauti! Scriviamo il VOSTRO libro!

Salve a tutti, sono Pado, utente medio di internet e desideroso di.....fare un libro insieme a tutti gli utenti internet. Come? Beh, innanzitutto l'idea mi è nata quando stavo "tentando" di scrivere un libro e ad in certo punto, mi sono detto........ma perchè non creo un sito o un blog, dove creare un libro scritto da tutta la comunità internet, per poi vederlo pubblicato nelle migliori librerie?!?

E così nasce questo blog, la potenza del mouse, proprio perchè credo che unendo tutte le nostre fantasie, capacità, sensazioni e quant'altro, possiamo scrivere un libro che entrerà sicuramente nella storia dell'uminità :)......almeno si spera.

Ovviamente le prime pagine che pubblicherò sono solo l'inizio. Infatti le successive pagine, le scriverà ognuno di voi giorno per giorno, ma saranno scelte solo quelle che tramite sondaggio saranno più votate. Quindi tentare non nuoce, una vostra pagina potrebbe essere inserita nel futuro libro con la vostra personale firma, o meglio la firma di tutti noi!!!!!

Per scrivere su questo blog, basta MANDARE UNA E-MAIL A swamipado@gmail.com indicando una e-mail assolutamente funzionate, in modo tale da poter ricevere il mio invito a diventare autori di questo blog e quindi darvi la possibilità di scrivere le vostre pagine direttamente in home page! Ricordo inoltre di iscriversi anche ai feed rss, importantissimi per tenerci costantemente aggioranti:)!, cliccando qui.

Spero che siate in molti a partecipare e credo che quest'avventura ci FARA' ENTRARE NELLA STORIA!!!!

Ecco le mie prime pagine..ora tocca a voi!

Prefazione

La domanda che tutti si pongono è “Perché l’uomo crede in Dio?” ….impossibile rispondere dicevano molti filosofi e poeti. Innanzitutto perché dalla storia abbiamo ricevuto la pesante eredità di spiegare ai semplici l’avvento di Cristo sulla Terra. Dico espressamente ai semplici perché la nostra cultura( e su questo purtroppo non si può certo discutere) è divisa da chi conosce la sapienza e chi non la comprende. Dico i semplici, perché i sapienti, devono loro insegnare molte cose dell’uomo e dell’universo, ma quello che mi preme insegnare loro è Dio. Perché Dio? Perché Dio è l’ ”oggetto” universale, l’ “oggetto” dei popoli, l’ “oggetto” unico. Credo, carissimi lettori, che quello che ho imparato, leggendo libri e scartoffie, sia unico nel suo pensiero ed è quindi giusto scriverne. La storia di Cristo è fondamentale, non vi è dubbio, ma vogliamo davvero dire che quello che Dio rappresenta non è più importante della storia stessa? Pensate a quanta gente conosce la vera storia del figlio divino, forse meno di quello che state pensando; pensate a quante persone sulla Terra vogliano comprendere meglio il che cosa rappresenta Cristo che su quello che è stato. In questo senso io voglio porvi in un mondo “magico” dove tutto quello che non si può dire e spiegare è possibile, dove tutto quello che nessuno di voi ha mai visto scrivere, è stato scritto. Penso e su questo, cari lettori, pecco di invidia(mi voglia il Signore di perdonarmi!!!), che quello che so è importante. Spero che quello che fra poco leggerete, possa darvi, la possibilità di credere che quello che noi vediamo dell’ intero universo, è soltanto ciò che noi stessi abbiamo costruito e non Dio. Dio ci ha dato una “mano”, ma il mondo è frutto dell’Uno e dell’Altro. Dio e Uomo, Divino e Terreno, Universo e Pensiero. E termino qui la mia breve prefazione, breve in quanto sono estremamente convinto che molti di voi non la leggeranno affatto. Dunque andiamo per la via che ci si presenta davanti; dimenticate tutto, liberate la mente e leggete tutto d’un fiato.

Capitolo 1
Per il quale troverete che il mondo si apre come un’ arancia.

Ci trovavamo nel 2010, a Tananarive in Madagascar. Io ,il dott. Aldo Renzo e il tenente Adu Asah, eravamo accampati in una tenda di circa otto metri quadrati, dove la musica della radio continuava a rimbombare di un ritmo africano assordante, ma né io nè Aldo eravamo capaci di spegnere quella radio portatile, che peraltro Adu sembrava custodire con molta cura. Io cercavo di portare la mia mente altrove, mentre Aldo era intento a leggere il manoscritto, la causa che ci aveva portato qui a Tananarive. Mentre scrivo queste righe sono passati molti anni da quel giorno, ma non posso certo dire che quel maledetto giorno non mi abbia cambiato la vita. Ora mi trovo qui, nel 1300 e sono in compagnia di un carissimo amico vetraio, che mi ha ospitato nella sua casa. Ma non voglio distogliere il lettore da quanto stavo scrivendo, di questo mio presente parlerò dopo, ora torniamo al passato(futuro) in Madagascar e a evocare quella musica africana. Aldo si addormentò con il manoscritto tra le mani, mentre Adu finalmente spense la radio e chiuse gli occhi ed io invece ero assorto nei miei ricordi.

“Luca, ma dunque io e te siamo cristiani o cattolici?” – disse Luigi con ardente voglia.
“Dunque ,tu vuoi certo sapere se noi siamo conformi ad una religione monoteista, universale, rivelata da Cristo e fondata sulla pace, la fratellanza, la possibilità di tutti di purificarsi e redimersi nella vita terrena, in vista del perpetuarsi di questa in una futura beatitudine celeste, oppure se noi siamo conformi alla dottrina e ai dogmi della Chiesa apostolica romana”- dissi io esprimendo in questo modo il significato semantico delle due parole.
“Certo se siamo tutti e due siamo pur sempre credenti” Luigi stavolta era convinto della sua osservazione.
“Attenzione a non confondere le due cose, che a prima vista, possono si sembrare della stessa fattura, ma che nascondono profonde differenze, che la stessa Storia ha rivelato. Vedi Luigi, quello che certamente è vero è che essere cristiani o cattolici, è sintomo di credere in qualcosa che è più grande di noi. Ma quello che è dubbio, è che le nostre posizioni possono essere diverse o uguali, ma vedo di spiegare meglio questo concetto : noi sappiamo che quando Dio creò il mondo e dunque Adamo, lasciò all’uomo libero arbitrio di dare nomi alle cose che incontrava e che quei nomi sarebbero stati e sono tuttora, quelli che noi conosciamo. Dunque Adamo ha avuto la possibilità di decidere il nome di un qualunque oggetto terreno, in base alla sua immaginazione e sensazione. E sempre in modo del tutto individuale. Così anche quando Dio si è manifestato in Cristo, non ha cambiato, se pure avesse potuto farlo, le leggi di Cesare e di Roma, non ha discusso le leggi terrene che fino ad allora il mondo avevo creato. Ma Egli ha mutato la sorte dell’uomo, certo, ma non ha mai cercato di sconvolgere il mondo, le sue leggi fisiche e i suoi nomi, ma solo l’animo umano. Dunque come vedi, l’uomo è il solo padrone del mondo. Ma è qui che c’è una contraddizione : la Chiesa Romana. Essa ha modificato molte volte nel corso della storia, le sorti e l’animo dei popoli e tuttora ne è capace. Essa si presenta a noi, come l’unica custode della Vera Verità ed è questo che secondo il mio modestissimo pensiero, è sbagliato. Vedi Luigi, la Chiesa certamente rappresenta Dio nel mondo, ma non rappresenta il credente in sé. Come persona il credente è libero di accettare qualunque religione, qualunque Dio. La libertà è un concetto che nella Chiesa Romana, è vincolante, perché nel suo percorso nell’accettare Dio, ci sono delle leggi e dei dogmi che rispettano quello che la stessa Chiesa ha imposto. Pensa alla comunione , alla cresima, allo stesso battesimo. Queste sono tutte cose che possono o meno riguardare un credente. Ma è il cristiano che rappresenta il vero significato di Dio. Egli non è vincolato nell’accettare dogmi o leggi, egli è vincolato all’ universalità. Che, credimi Luigi, è la cosa più importante dell’uomo. Essere universale, ovvero avere la possibilità e la certezza, che ogni cosa può essere Tutto o Niente. Questa è la libertà. ”
Luigi era molto scosso e ammirò l’acutezza di Luca, che se pure era più giovane di lui, mostrava grande cultura e capacità di parlare in modo suadente e convincete. Ma a quel punto fù mosso da un'altra questione, assai complicata : “ Allora tu ammetti che il mondo può essere Tutto o Niente ? ”
“ Certo. Pensa ad un’arancia. Ha la sua buccia e all’interno molti spicchi, che convergono tutti su un asse centrale. Ora vedi il mondo e paragonalo all’arancia. L’asse è Dio e intorno gli infiniti spicchi, sono le nostre idee e la buccia siamo noi., in quanto carne. “
Ancora una volta Luigi ammirò il modo della metafora, con il quale Luca riusciva a dire cose difficili e imponenti, in cosa ridicola e ironica. E poi riprese :
“Ma è sottile il filo che separa il cristiano e il cattolico, è pur vero che quest’ultimo è cristiano e….”
“Certo, ma non è vero il contrario, un cristiano non è obbligato ad essere un cattolico, nè dovrebbe accettare le leggi e i pensieri. Io sto dalla parte della paura verso la Verità, dalla parte del dubbio, del riso, del disordine e dell’ ironia, mentre gli altri, stanno dalla parte della certezza assoluta delle cose, dalla parte della conoscenza perfetta. “

Fui svegliato d’ improvviso da un tonfo, fu Adu che cadde di colpo per terra. Quando si rialzò dal suolo marcio e pieno di fango, vide purtroppo che una delle corde dell’amaca si era rotta. Lo guardai come si guarda un visitatore venuto da lontano, che ti disturba proprio mentre stai facendo il tuo riposo pomeridiano, ma quasi spontaneamente mi venne la voglia di consolarlo, perché quella corda aveva spezzato il sonno anche a lui. Aldo invece, dormiva, non aveva minimamente sentito il rumore fatto dal corpo pesante e grosso di Adu, che ora stava cercando di sistemare al meglio la corda. Uscii dalla tenda e sentii subito il profumo dell’aurora e sulla pelle una dolce sensazione di risveglio. Da lontano si vedeva la foresta, che da lì a qualche giorno, sarebbe stata la nostra casa. Mentre guardavo il paesaggio, Aldo mi venne vicino e mi guardò.
“Credo che oggi sia la giornata giusta per andare a cercarLo”.
“Non vorrei essere banale, ma ogni volta che mi dici queste testuali parole, accade sempre qualcosa di brutto”, pensai mentre stavo stendendo tutto il mio corpo, alla ricerca del risveglio dei muscoli e dei nervi. Adu intanto stava sistemando gli zaini da viaggio che ci avrebbero accompagnati per moltissimo tempo e sapeva esattamente cosa ci sarebbe servito. Alla fine gli zaini pesavano più di quanto immaginassimo, ma purtroppo l’occorrente che ci serviva era indispensabile per il nostro lungo viaggio. Il tempo era perfetto, il sole brillava alto nel cielo e le nuvole erano lontanissime da noi e dal nostro percorso. Faceva caldo, ma l’ora prematura del mattino, spargeva una leggera freschezza nell’aria e si sentiva perfettamente il profumo della foresta che si innalzava, estesa e imponente, dinnanzi a noi. Prima di incamminarci, cercammo di cancellare le tracce del nostro pernottamento presso quella piccola terra ricoperta di pietre, che ci aveva permesso di riposare in pace. Ovviamente, la cosa fu più facile del previsto, visto che le pietre avevano coperto ogni spostamento su quel terrenno, facendo da protezione perfetta, tra i nostri passi e il suolo sottostante.
Dopo aver esaminato con cura gli zaini preparati da Adu, ci incamminammo e purtroppo da quella foresta, non saremo mai più tornati.

Due ore di cammino e il sole era ancora più alto, i copricapo erano stati la nostra salvezza e certamente io e Aldo, dovevamo ringraziare Adu, per averci evitato un’ insolazione. Mentre camminavamo, guardavo la foresta ed ero convinto sempre più che quelle piante sarebbero state indirettamente, la nostra Salvezza. Aldo camminava spedito e a ogni passo, scrutava attentamente ogni foglia, ogni pianta, ogni animale che poteva capitarci a vista d’ occhio e come sempre discuteva con noi delle sue osservazioni. Devo ammettere che Aldo mi impressionava per il suo modo così scientifico e diretto nel raccontare le cose, anche quelle che sembravano più difficili da comprendere, risultavano comprensibili. Senza dubbio, possedeva il dono della chiarezza e di questo ne era fierissimo. Il cammino che ci attendeva era lungo e il paesaggio che ci circondava era maestoso, il verde predominava con eleganza e stranamente gli alberi parevano essere disposti in modo geometrico, perfettamente allineati lungo una linea immaginaria, che speravamo ci avrebbe condotti Lì. Anche i cespugli sembravano essere nel posto giusto e nessuna imperfezione era visibile ad occhio nudo, tutto era perfettamente simmetrico e ovviamente la cosa ci confortava. Aldo sapeva benissimo quanto me, che quella perfezione, era un segno inequivocabile e certamente positivo. Attraversammo la foresta ancora per un’ ora e decidemmo di fermarci lungo un sentiero roccioso, attorniato da strane piante lunghe e secche. Adu trovò un posto abbastanza comodo per tre persone in un solco di roccia e con maestria fece un letto d’erba, accuratamente selezionata per quello scopo. Io e Aldo sapevamo bene perché avevamo scelto Adu come guida, era sicuramente la migliore guida che ci potesse capitare ed era sempre svelto e preciso nelle sue mansioni. Ci potevamo fidare di lui, ne eravamo certi. Ci dava sicurezza ed eravamo contenti. Preparò tutto l’occorrente per la notte, accese un piccolo fuoco, in modo da non dare nell’occhio e dopo aver parlato un po’ della nostra vita passata, ci addormentammo e come sempre, Adu accese la sua radio.

Capitolo II

“Allora, corri o devo venire a prenderti?” – disse mio nonno mentre porgeva il regalo che avevo ardentemente aspettato. Le sue mani tremavano e le rughe solcavano la pelle ruvida. Tutti gli anni passati sembravano essere impressi su quelle mani che avevano per molti anni cercato e trovato cibo per tutta la famiglia.
“Vengo subito nonno, aspetta che prendo il tuo regalo” – dissi, perché sapevo che quel regalo era inaspettato e che avrebbe portato a mio nonno l’ultima felicità della sua vita.
“Non dovevi piccolo Luca, sei molto gentile, grazie. Ecco il tuo regalo e ora apriamoli insieme”.
Fu una sorpresa per entrambi, perché trovammo nei rispettivi pacchi due bellissime sorprese : io vi trovai un modellino di una ferrari, forse la più antica che avessi mai posseduto, nonno vi trovò una penna stilografica e un’ agenda, con le quali avrebbe finalmente potuto scrivere su carta il suo, tanto amato, (DEUS VERITAS).

Mi svegliai lentamente, avevo gli occhi socchiusi e quando li riaprii completamente, vidi la luce del giorno che stava incominciando ad accendere il cielo e sentivo il profumo delle piante, che pian piano liberavano la loro essenza nascosta durante la notte. Nonostante il piccolo letto d’erba e il manto roccioso, avevo dormito tranquillo e mi sentivo appagato. Il sogno che avevo fatto, pensai, doveva essere una premonizione. Ed era sicuramente un’ ottima premonizione. Ne ero certo. Mi alzai e vidi che Adu e Aldo stavano ancora dormendo. Decisi allora di fare una passeggiata nella zona, un po’ per curiosità di vedere con attenzione la strana vegetazione che ci circondava e un po’ per cancellare qualche traccia del nostro passaggio. Non dovevano assolutamente scoprirci e sapevo bene che se fosse successo, sarebbe tutto finito. E questo non potevo e non volevo permetterlo. Per il bene del mondo, non dovevo permetterlo.

I lettori, non devono dimenticare che mentre sto scrivendo io mi trovo nel 1300 e immagino che molti di voi si stanno chiedendo il come e il perché io mi trovi indietro nel tempo, ma siccome questo libro – racconto- sarà letto anche dai posteri, vorrei rispondere ai vostri quesiti insieme con il trascorrere della mia storia. Voglio aggiungere una piccola precisazione : questo libro non è frutto di una mia fantasia, ma soltanto e semplicemente verità. Anzi, mi piacerebbe che leggendo questo libro, vi poneste in modo quanto più possibile neutro, e privo di pregiudizi, perché quello che voglio dirvi è che non esiste una sola Verità, ce ne sono molte e trovare la più vera, non è umanamente possibile. Io però voglio inserire, nel complesso del vostro piano teologico e culturale, un’ altra verità. Che per me è La Verità. E spero che alla fine del libro, lo sia anche per voi. Ma ora non dilunghiamoci e riprendiamo il nostro racconto, anche perché spesso, mi intrometterò tra voi e la mia storia, parlando al presente e ricordandovi o facendovi riflettere su alcune delle cose che incontreremo insieme.

Fortunatamente Adu aveva cancellato la maggior parte delle nostre tracce. Solo poche erano scappate alla sua perfetta vista, ma sapevo che era un errore ammissibile. Cancellai, quindi, le ultime tracce e mentre stavo tornando al nostro piccolissimo e modesto accampamento – se così lo si può definire – notai qualcosa di strano che immediatamente colse la mia attenzione. Luccicava e si muoveva lentamente, come una tartaruga. Mi avvicinai lentamente, stando attento a non fare troppo rumore. Ero sempre più vicino, e il luccichio diventava sempre più forte, mentre la forma era molto simile ad una farfalla.
“Luca!!!”
Mi girai di scatto dall’ altra parte e vidi Aldo che correva verso di me. Mi rigirai di nuovo, ma non c’era più nulla.
“Luca perché non mi hai svegliato??”. Aldo sembrava molto sconcertato che mi fossi allontanato dalla nostra postazione e insisteva nel ricordarmi quanto era importante lo stare insieme.
“Scusami Aldo, ma volevo fare una piccola passeggiata, per rilassarmi un po’ e per cancellare altre tracce”.
“Non ce n’è bisogno, per quello ci pensa Adu”.
“Va bene, ma volevo essere sicuro che…”
“Non devi farlo mai più, sai che non è la cosa giusta e spero che in futuro, non ti allontanerai più, altrimenti…”
“Va bene” – dissi mentre guardavo negli occhi Aldo,che era terrorizzato e agitato. Nei suoi occhi c’era decisione e fermezza, sgranò gli occhi e mi fissò per qualche secondo. Poi tornammo da Adu. Adu stava camminando sempre più velocemente e....